L’osteoartrosi è una patologia progressiva della membrana sinoviale che causa dolore articolare e limitazione funzionale, con una conseguente riduzione della qualità di vita.
La patogenesi della malattia è ignota ma si ritiene che i condrociti rivestano un ruolo di primaria importanza nei meccanismi patologici che portano alla degenerazione della cartilagine articolare. I condrociti infatti, conseguentemente alla presenza a livello articolare di citochine infiammatorie, producono enzimi proteolitici che degradano il collagene e i proteoglicani della matrice extracellulare della cartilagine.
L’articolazione maggiormente coinvolta è quella del ginocchio tanto che la gonartrosi è la forma più comune di osteoartrosi, con una prevalenza dei sintomi maggiore dopo i 50 anni, ed è la tipologia per la quale viene prescritto il maggior numero di farmaci e prestazioni sanitarie.
In generale, il trattamento della gonartrosi deve essere finalizzato alla riduzione dei sintomi ma anche al rallentamento della progressione della malattia, così da ridurre l’impatto sulla mobilità del paziente, oltre che il fabbisogno di antidolorifici e il precoce ricorso all’intervento chirurgico di sostituzione articolare.
A tale scopo, dopo la somministrazione in fase acuta di FANS o paracetamolo per via orale o, nel caso questi risultino inefficaci, di iniezioni locali di corticosteroidi e/o acido ialuronico, si evidenzia la necessità di identificare una strategia terapeutica efficace nel diminuire l’incidenza delle riacutizzazioni o la cronicizzazione dell’osteoartrite.
A questo riguardo, evidenze scientifiche supportano l’ipotesi che quando il dolore acuto e l’infiammazione si siano attenuati, possa essere utile sia la fisioterapia, per recuperare o conservare l’ampiezza di movimento e rafforzare i muscoli circostanti, sia un trattamento con integratori, per stimolare la produzione di collagene a livello delle articolazioni danneggiate e diminuire il rischio di riacutizzazioni.